Caro studente che hai da poco iniziato un nuovo anno scolastico, se il solo pensiero di mettere piede in aula ti sta provocando una reazione allergica indefinita che va dalla noia all’ansia galoppante, ebbene accetta una domanda di sfida: hai mai considerato l’ipotesi di iniziare il nuovo corso di studi con uno sguardo religioso sulla vita?

Innanzitutto, una premessa necessaria: non abbandonare la lettura (almeno, non subito…) pensando che si tratti di una domanda bigotta o persa in strane astrazioni celesti: accetta per un attimo la provocazione e considerala invece come una prova estrema, una strana esperienza possibile.

UNA SCOMMESSA RADICALE

La potremmo riassumere così, con un’espressione da scommettitori: “gioca tutto”, ovvero, all’inglese, fai “all-in”. Ad esempio, fino ad adesso hai provato a puntare sul vivere alla giornata, cercando di raccattare qua e là qualcosa di interessante? Sbaràzzati di questa aspettativa un po’ misera, prendi in mano tutta la tua vita – tutte le “fiches” che hai – e prova a cercare il tuo destino. Finora hai cercato di fare il possibile? Rilancia spavaldo, desidera quello che ti sembra impensabile, anche impossibile per le tue forze. Fino ad adesso ti sei accontentato di raggiungere i tuoi obiettivi? Metti un attimo da parte l’ansia di realizzarli a tutti i costi e diventa mendicante di una risposta sorprendente, radicale, oltre ogni tua aspettativa. In definitiva, finora hai cercato quello che ti pare e piace? Troppo poco, cerca la felicità totale.

Insomma, capisci che la questione è tutt’altro che scontata, anzi, è potentemente umana, totalmente umana, tanto che in fondo tutto il succo del discorso si può riassumere nella più semplice e fondamentale delle domande: “perché?”.

Ecco, quando è stata l’ultima volta che ti sei chiesto davvero perché? Non, con tutto il rispetto, i “perché” in cui magari fino ad adesso hai messo tutto il tuo sforzo: non il perché intellettuale, né il perché dell’utilità immediata qualunque essa sia, lavoro, soldi, milioni di like… Il perché di cui qui si parla è quello che fa davvero vibrare il cuore: così reale, così carnale, che ti fa muovere instancabilmente, senza noia, fino alle imprese più ardue e più belle. Ad esempio, è in nome di questo “perché” che uomini e donne hanno costruito cattedrali, hanno scritto divine commedie, hanno curato e riverito moribondi putrescenti come fossero dei re.

“RELIGIOSO”, OVVERO “CHE TIENE DENTRO TUTTO”

Ecco, è proprio questo il perché che viene indicato con la parola “religioso”, che infatti indica la ricerca di quella “res” che “liga”, cioè di quella realtà che lega tutti gli aspetti della vita, perché in nome di quella cosa lì – ripeto da cercare, non me la trovo in tasca – mi sento in animo di fare tutto, di scoprire tutto, di amare tutto, ovvero alla fine di vincere il nemico più insidioso: quel tremendo sapore di non-senso che minaccia la mia vita.

Ecco la sfida quindi: se sei soffocato da mille problemi che ti rendono la vita scolastica pesante, rilancia alla grande con il problema di tutti i problemi, con la domanda di tutte le domande, ovvero cercare davvero questo “perché”.

Intuisco la tua obiezione possibile a questa strana proposta: come può una domanda così grande risolvermi i problemi di ogni giorno? Ovvero – penserai – se mi limito a desideri piccoli, male che vada avrò delusioni piccole; invece, con un desiderio così grande, il rischio di star male aumenta a dismisura… E aggiungiamo anche l’altro retropensiero possibile: come può una domanda così grande aiutarmi nella vita concreta di ogni giorno, insomma non sarà una domanda troppo astratta?

Questo discorso, però, nasconde un velenoso sottinteso, un’ipotesi non dichiarata che inquina alla radice il nostro cuore: quella di considerare, in fondo in fondo, tutta la realtà come una sottile fregatura, ovvero come qualcosa di ambiguo e alla fine di deludente. La logica che segue la vita sembra sempre la stessa: io mi fisso qualche obiettivo, la realtà risponde poco, ergo la vita vale poco. Ecco invece la sfida: e se fosse il contrario? Se invece fossi deluso e annoiato nel profondo, non per colpa della realtà, ma perché sono le tue domande ad essere troppo piccole?

Azzardato? Forse, ma perché non fare il tentativo? Anche perché – ti sorprenderà – hai già vissuto un’esperienza simile: anzi, tutti l’abbiamo già vissuta. Quando?  Quando eravamo bambini, ovvero in quel periodo della nostra vita in cui questa parola, “perché”, dominava ogni istante del nostro vivere: tutto quello che vivevamo ci suscitava questa domanda, che non aveva niente di astratto e nemmeno di dubbioso e tantomeno era legato alla pura utilità. Il “perché” di quando eravamo bambini era invece attesa smisurata, era certezza che la realtà avesse da dirmi qualcosa di infinitamente più grande e sorprendente di un buon stipendio a fine mese o di qualche divertimento qui e là.

CHE FARE, ALLORA?

Ora, ti domanderai: se volessi sperimentare, che faccio concretamente? Come si vive questa cosa chiamata domanda religiosa? La risposta secca è: sicuramente non da solo. Ancora una volta, basta fare come il bambino, che si sente in animo di sfidare tutto l’universo perché ha incrociato uno sguardo che è il tutto della sua vita, quello di sua madre appena è nato. Bisogna cercare uomini e donne così, con uno sguardo su di te e sulla vita tale da generare il desiderio di andare fino in fondo alla realtà, fino al suo significato, fino alla risposta vera al cuore. Ad esempio, visto che molto tempo lo passi a scuola, guardati intorno, cerca professori così. E magari pensa davvero se vale la pena sfruttare fino in fondo quell’ora di Religione – che magari finora hai sottovalutato – che ha in questo la sua fondamentale ragione di esistenza, cioè nell’aiutarti a tener viva questa domanda e a confrontarti con la sua possibile risposta.

Davvero non hai nulla da perdere, perché – ne sarai sorpreso – non andranno persi nemmeno i “piccoli perché” che giustamente scandiscono la nostra vita quotidiana: anzi, inseriti dentro il “grande perché” di cui sopra e quindi liberati dal peso dell’ansia di una realizzazione a tutti i costi, vedrai che saranno da te vissuti in maniera più umana e più libera.

Insomma, rischia, rischia tutto: Chi ti ha dato questa possibilità nel profondo del tuo cuore non ti lascerà solo.

Un gruppo di docenti di Religione

[Pubblicato su Il Biellese di venerdì 27/9/2024]

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