Dal nord della Svezia al sud dell’Egitto, dall’ovest degli USA all’est della Siria (solo per stare agli ultimi giorni), l’intero globo è ormai dilacerato da un unico grande conflitto che anima sia il terrorismo che la guerra vera e propria.
Ma qual è la natura di questo scontro mondiale?
Nella risposta a questa domanda si gioca tutto e, purtroppo, le analisi messe sul campo ripropongono schemi riduttivi – tipo “poveri contro ricchi” o “popoli contro elites” o “lotta geopolitica tra Usa e Russia” – per nulla in grado di spiegare dove si annida, umanamente, il cuore di quell’odio atavico e radicale che è capace di dare luogo a un terrore così crudele e instancabile.
E invece, ancora una volta, è impossibile capire la natura profonda di un conflitto senza andare alla sua origine, ovvero alla profondità del cuore umano e a quel senso religioso che è la stoffa stessa di cui tale cuore è fatto. Ebbene, vista sotto questa luce, la sostanza della “guerra mondiale a pezzetti” – come l’ha definita papa Francesco – che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, è l’attacco totale che la Verità assoluta orientale ha dichiarato alla Libertà assoluta occidentale.

L’uomo orientale che ha annullato la sua libertà per sottomettersi ciecamente alla Verità assoluta è lacerato dal rancore verso l’uomo occidentale che, per adorare la sua Libertà assoluta, ha infine rimosso la verità come insignificante. L’aspetto rilevante della faccenda è che sia la Libertà occidentale che la Verità orientale sono “assoluti”, ovvero particolari che sono separati dalla loro sorgente e diventano “il tutto”.
E questa sorgente da cui, storicamente, entrambe si sono separate è il fatto di Cristo.
Prima del Cristianesimo, infatti, non esisteva una libertà propria dell’uomo in quanto tale: nella civiltà greca e in quella romana, persino gli dei erano soggetti al fato – ovvero alla necessità imperscrutabile – e quindi a maggior ragione gli uomini. Nemmeno l’Ebraismo poteva pronunciare fino in fondo la parola “libertà”: l’alleanza dell’uomo con Dio era identificata soprattutto con la Legge, che è la via che l’uomo deve percorrere per essere davvero “liberato” ovvero per scoprire il vero motivo del suo camminare. La possibilità della libertà arriva solo con Gesù di Nazareth, l’unico che afferma, appunto, nella carne e nella storia, di essere questo motivo. La pretesa di Cristo, fatta propria dalla Chiesa e dai popoli, è il fondamento ultimo della libertà: l’uomo non è un viandante cieco sottoposto a un fato ineluttabile, ma può guardare negli occhi il suo destino, la ragione definitiva per cui camminare, e dirgli liberamente di sì.
Anche la verità, intesa come realtà che spiega la vita, nasce sostanzialmente con l’avvento di Cristo. Prima di Gesù, la verità è la caratteristica di alcune affermazioni, che possono appunto essere conformi (o no) alle cose, ma non è una “realtà” e tantomeno qualcosa per cui l’uomo possa giocare la vita.
Oggi, il mondo ha preso la Libertà e la Verità sperimentate nell’incontro con Gesù di Nazareth e ne ha fatto due assoluti, separati da Lui. L’Occidente cristiano ha fatto della Libertà un valore assoluto sganciato da Cristo e così l’ha resa una possibilità triste e infinita, una frenetica ricerca di novità senza origine e senza scopo. Dall’altra parte, l’Oriente islamico si è sottomesso alla Verità assoluta di un Dio che si è allontanato dalla storia e che pretende di essere il tutto dell’uomo, ma non si può guardare negli occhi e non può chiamare la libertà dell’uomo a sé.

In definitiva, Occidente e Oriente stanno realizzando la profezia forse più drammatica e paradossale di Gesù: “Senza di me non potete fare nulla”. La storia dell’uomo occidentale e orientale degli ultimi secoli è stato un tentativo di contraddire questa pretesa, di mostrare nell’evidenza della storia che la libertà sperimentata in Lui e la verità trovata nella Sua carne potessero vivere di vita propria, ovvero potessero fare a meno della loro sorgente, di Cristo. Ma, senza di Lui, il cuore dell’uomo che cerca l’infinito e che lo ha visto nei Suoi occhi non può accontentarsi di qualcosa di finito: così, la libertà (o la verità) – separata da Cristo – deve diventare totale, assoluta, senza limiti.
A riprova di quanto detto, sia la Libertà assoluta occidentale che la Verità assoluta orientale vedono come loro avversario principale la Chiesa di Cristo. La prima sottopone i credenti al martirio del ridicolo e del silenzio: coloro che difendono la verità della vita nascente, della famiglia e dell’umano in generale sono oramai estromessi dall’informazione ufficiale e considerati residui di un passato arcaico. La seconda, come vediamo amaramente in Egitto in questi giorni, non tollera la libertà dei cristiani , che deve essere soffocata con la forza della legge o sempre più spesso della violenza fisica, fino alle forme più cruente e bestiali.

A complicare le cose, alla crisi di Oriente e Occidente si aggiunge purtroppo anche quella di una parte sempre più rilevante della Chiesa, che – invece di chiamare con coraggio l’uomo a tornare a Cristo, ovvero alla sorgente della libertà e della verità – è tentata dal proporre una misericordia che abbraccia tutto a priori, senza provocare la libertà dell’uomo a volgersi allo splendore del vero, a Gesù. Ma questa è infine la soluzione del mondo: che nasca improvvisamente una pace fra i popoli basata su un amore autoimposto, senza ragione, senza libertà, senza verità.
All’uomo che ha sperimentato in Gesù la grandezza della Libertà e lo splendore della Verità può bastare una Carità assoluta, separata da Cristo? Il mondo, in qualche modo, ha conosciuto Uno capace di un amore così grande da dare la Sua vita perché la libertà dell’uomo possa credere commossa alla Verità tutta intera. Non si torna indietro da questo. Gesù lo aveva detto e oggi lo stiamo sperimentando: senza di Lui il mondo non riesce a vivere, letteralmente.

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