SECONDA PUNTATA DELL’INCHIESTA SUL VOTO CATTOLICO. Il giornalista e inviato speciale di Tempi, Rodolfo Casadei, in vista delle imminenti elezioni consiglia di votare caso per caso, generalmente scegliendo il Centrodestra, e risponde alle domande riguardanti le due realtà nate dal Family Day (il Popolo della Famiglia e il Comitato Difendiamo i Nostri Figli) e l’importanza dell’unità dei cattolici. [A cura dei siti Pepe, The Debater e La Baionetta]
Dottor Casadei,
so che con alcuni amici ha realizzato una sorta di “tazebao” per esprimere un giudizio sulle imminenti elezioni: ce ne può parlare, per quale motivo lo avete scritto, a chi è rivolto?
Siamo un gruppo di amici che vivono un’esperienza di approfondimento della fede e che si sono ritrovati nel carisma di don Luigi Giussani incontrato in Comunione e Liberazione. Ci siamo dati come nome il motto benedettino “Quaerere Deum”. Abbiamo maturato ed espresso pubblicamente un giudizio comune sul momento politico che vive il nostro paese e in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. Più ancora che per i suoi contenuti, il manifesto che abbiamo scritto insieme è importante perché incarna il metodo che abbiamo imparato in Comunione e Liberazione, e che mons. Luigi Negri ha sottolineato in una delle ultime Scuole di Comunità: l’esperienza di umanità che si fa nella comunità cristiana spinge a mettere tutto in comune, quindi anche il giudizio e l’azione politica. «Tutto quello che viene sottratto al dialogo comune è sottratto a Dio e, quindi, viene gestito individualisticamente e soggettivamente». Si dialoga perché siamo certi di poter essere aiutati dalla comunità e perché desideriamo l’unità fra di noi. Sappiamo che l’unità fra noi è una dimensione fondamentale della testimonianza di Cristo che siamo chiamati a dare al mondo. Non un’unità che avviene meccanicamente, o per un’imposizione verticistica: in politica, poi, sarebbe deleterio. Quel che ci sembra sia venuto meno è la tensione all’unità, col prevalere di un criterio individualistico. La tensione all’unità, dentro a un rapporto umano serio e vivace, genera unità come esito di una storia. Nello specifico, col volantino abbiamo voluto rischiare un giudizio sul momento storico che stiamo vivendo: ci pare che la liberaldemocrazia stia imboccando una strada che è quella totalitaria. La libertà di educazione, il diritto all’obiezione di coscienza, la libertà stessa di scegliere il linguaggio con cui vogliamo parlare e chiamare le cose sono sotto assalto da parte di chi vuole imporre conformismo e omologazione. Stiamo assistendo a un’ideologizzazione della vita privata e pubblica e contro di essa abbiamo fatto appello a credenti e non credenti che riconoscano come punto di riferimento la legge naturale, il buon diritto e il bene comune. Il bene comune non è servito da leggi di impostazione individualista ed egualitarista come quelle sulla famiglia e sulla vita che sono state approvate durante la scorsa legislatura, alle quali altre potrebbero aggiungersi nella prossima.
Quindi, accoglie e condivide la linea del Comitato Difendiamo i Nostri Figli?
Anche noi nel nostro piccolo diamo indicazione di votare per i partiti del centrodestra, anche se i loro programmi non ci soddisfano interamente e non tutto il loro personale politico appare affidabile. Ma bisogna essere realisti tenendo conto del sistema elettorale vigente. Se si disperdono i voti in altre direzioni, aumenta la probabilità che le elezioni le vinca la coalizione di centrosinistra o che si creino maggioranze trasversali per nuove leggi dirompenti sui temi bioetici. Per questo riteniamo più saggio votare centrodestra.
Dato che personalità poco inclini alla difesa dei principi non negoziabili militano nei partiti Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e cosiddetta IV gamba, e penso alla Bongiorno, alla Pascale, alla Prestigiacomo, a Lupi, i cattolici non corrono il rischio di essere poco supportati nella loro giusta lotta per fermare la deriva antropologica e secolarizzante? Oppure, c’è ancora speranza?
Consiglierei di guardare collegio per collegio chi ha probabilità di essere eletto. Certo, se mi trovassi nella situazione per la quale il mio voto determinerebbe l’elezione della Buongiorno o della Brambilla, in quel caso non voterei o annullerei la scheda. Molto dipende dal collegio nel quale si è chiamati a votare. La nostra indicazione per il centrodestra è di carattere generale.
Non la spaventa la possibilità, come fanno presagire certe mosse di Berlusconi e di Renzi, e l’attuale legge elettorale, di veder nascere un governo delle larghe intese, co-abitato dai cosiddetti centro-destra e centro-sinistra?
Sì, temo un governo di larghe intese che sarebbe caratterizzato, più che da compromessi fra centrodestra e centrosinistra, dall’influenza delle grandi banche europee, della Germania, delle burocrazie di Bruxelles, ecc. Per evitare questo possibile esito, bisogna impegnarsi per una vittoria elettorale del centrodestra che gli permetta di conquistare una maggioranza parlamentare autosufficiente.
Non si poteva scommettere sul Popolo della Famiglia, che al contrario si presenta come difensore senza mediazioni di quei principi e valori cari a tutti gli uomini dotati di buon senso comune, cattolici e non?
Non mi ritrovo nell’operazione politica del Popolo della Famiglia per molte ragioni. La prima è la genesi del partito, nato con uno strappo violento e con una fuga in avanti rispetto al gruppo di persone che ha lavorato e sofferto per dare vita ai due Family Day del luglio 2015 e del gennaio 2016. Bisognava continuare a decidere tutti insieme, trovo umanamente sbagliato l’aver creato divisioni e contrapposizioni dentro allo stesso mondo di coloro che riconoscono il primato dei temi della famiglie e della vita. Il secondo errore è quello di essersi messi nella condizione di essere contati da parte degli avversari; fare il partito dei duri e puri vuol dire farsi contare dagli avversari, e questa non è mai una buona politica. Domani potranno dire: a non volere le adozioni per le coppie omosessuali è solo l’1, o il 3 per cento degli italiani! In terzo luogo, col sistema elettorale attuale il voto al PdF rischia di essere un voto disperso che favorisce la vittoria della sinistra, e quindi un risultato controproducente per tutti i temi che stanno a cuore al PdF. Io credo invece che bisognerebbe fare un’operazione molto diversa: bisognerebbe creare una forte componente politica improntata alla dottrina sociale della Chiesa dentro a uno dei partiti più grandi del centrodestra, o magari addirittura del centrosinistra. Bisognerebbe cioè poter condizionare dall’interno la politica e le chances di successo elettorale dei grandi partiti, perché per trattenere il nostro voto il partito adatterebbe la sua linea sui temi bioetici alle nostre richieste, per evitare il rischio della sconfitta elettorale perdendo quei voti che potrebbero essere decisivi. Con questa strategia si potrebbe contare a livello di decisioni politiche più di quanto si conta numericamente nel paese.
Secondo lei sarebbe importante che dal 5 marzo in poi, qualsiasi risultato raccolgano, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli e il Popolo Della Famiglia provassero a riavvicinarsi? Potrebbero aiutare i cattolici a ritrovare l’unità in politica e nella cultura, arginando quella frattura venutasi a creare tra cattolici del sociale e cattolici della morale, di cui peraltro ha fatto menzione il cardinal Bassetti nella sua prima prolusione il 25 settembre scorso?
Non si può non desiderarlo. Il perdurare delle divisioni non solo fa il gioco del nemico, ma avvelena i rapporti personali fra persone che condividono la stessa antropologia e nella grande maggioranza dei casi anche la stessa fede cristiana.