Il 26 aprile di 32 anni fa esplodeva il reattore nucleare di Chernobyl, evento probabilmente impresso nelle nostre menti come l’incidente più spaventoso della storia umana. Ebbene, non c’è stato nessun incidente: quanto avvenuto nella centrale nucleare ucraina è stato uno dei tanti amari frutti del Comunismo, ovvero di decisioni ideologiche contro la sicurezza che hanno portato inevitabilmente a quanto accaduto. A proposito delle innumerevoli menzogne e silenzi imposti dall’egemonia culturale omonima…
Il fatto
Tutti conoscono quanto accaduto esattamente 32 anni fa, il 26 aprile 1986, verso l’una del mattino: una violenta esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl ha causato la morte di alcuni operai e la contaminazione di buona parte dell’Europa per giorni e giorni.
Pochi invece sanno che tutto questo non è stato un incidente, ma l’effetto ben preciso di scelte scellerate dell’organo del potere del tempo, quel sistema comunista sovietico che diede ordine di svolgere un test a bassa potenza in un reattore totalmente inadatto a questo tipo di sperimentazioni scientifiche e di violare tutta una serie di norme di sicurezza, portando così inevitabilmente al disastro che conosciamo. Ma vediamo i dettagli della vicenda, con l’aiuto della ricostruzione effettuata dall’ing Jacques Frot, Membro del Comitato Scientifico dell’AAPN – Associazione Ambientalisti Per il Nucleare.
La cronologia degli eventi
25 aprile, ore 01,00 : La potenza del reattore viene diminuita per consentire un esperimento (INACCETTABILE PER LA SICUREZZA)
25 aprile, ore 14,00 : Il sistema di raffreddamento del nocciolo di emergenza viene disinnestato (INACCETTABILE PER LA SICUREZZA) per favorire lo svolgimento del test
26 aprile, ore 00,28 : Un errore dell’operatore fa scendere troppo la potenza, fino a 30 mw. Il reattore si trova in condizione di instabilità
26 aprile, ore 01,23,04 : L’operatore chiude la valvola di emergenza verso la turbina, l’ultimo sistema di emergenza che altrimenti avrebbe salvato il reattore
26 aprile, ore 01,23,31 : La reattività del nocciolo comincia a crescere. Le barre di controllo non riescono più a bilanciarne l’aumento
26 aprile, ore 01,23,43 : La temperatura del nocciolo aumenta in maniera irreversibile
26 aprile, ore 01,23,44 : In 40 secondi la potenza del reattore è cresciuta da 200 a 100.000 mw. Il reattore esplode
26 aprile, ore 01,23,45 : L’esplosione distrugge la parte alta delle pareti e il tetto dell’edificio (fonte: www.repubblica.it)
Dal reattore si ricavava il plutonio per le bombe: ecco il motivo dell’urgenza
In piena guerra fredda – che minacciava a volte di divenire calda – la funzione militare di produzione dl plutonio era irrinunciabile.
Ciò significa che l’esercizio di reattori come Chernobyl comportava un carattere d’urgenza che non concedeva nessuna “perdita di tempo”, come ad esempio i perfezionamenti assolutamente necessari alla sicurezza di questi reattori. L’obiettivo a cui erano sottomessi gli ingegneri e gli scienziati era uno solo: produrre plutonio militare quanto più possibile, quanto prima possibile.
Anche il progetto “sovietico” del reattore violava norme di sicurezza minimali
1) Il nocciolo dei reattori RBMK (così è chiamata la tipologia di reattore utilizzata a Chernobyl e in altre zone dell’ex-URSS) è instabile a bassa potenza (ovvero diviene difficilmente controllabile). Questo aspetto, specifico dei reattori RBMK, è estremamente pericoloso e fortunatamente è assente in tutti i reattori di concezione non sovietica. L’esplosione di Chernobyl è avvenuta, precisamente, nel corso di una prova a bassa potenza, ossia in un contesto di instabilità in quel reattore.
2) L’inserimento completo delle barre di controllo del RMBK è lento : richiede una ventina di secondi (in tutti gli altri reattori del mondo richiede meno di 2 secondi). E’ come se su un autobus i freni funzionino pienamente solo “qualche secondo dopo”…
3) I reattori RMBK non posseggono un edificio di contenimento: un simile edificio avrebbe, almeno, nel peggiore dei casi, diminuito notevolmente e rallentato la fuoriuscita di radioattività nell’ambiente. Questo tipo di contenimento protegge i reattori di tutto il mondo.
Obblighi socialisti irrinunciabili
Il 2 maggio 1986 (6 giorni dopo l’esplosione) il Ministro dell’Elettrificazione dichiarava ad una riunione del Politburo: “Nonostante l’incidente, il gruppo di costruzione adempie ad i suoi obblighi socialisti e si lancerà presto nella costruzione del reattore n° 5”.