E’ sempre un bene mostrare alle truppe le vergogne dei propri generali? O non si corre piuttosto il rischio che i soldati non combattano più, nemmeno per una causa giusta? C’è uno ‘zelo per la verità’ che distrugge e uno che costruisce. Il primo fa solo le pentole, il secondo anche i coperchi.
Lo ammetto: sono uno di quei cattolici che credono ancora al bene e al male. O meglio: credo che il male sia la mancanza di bene, ovvero la mancanza di Dio.
L’oppositore di Dio di solito è indicato con il nome di diavolo: colui che cerca di dividere, di eliminare Dio, quindi di fare il male. Compatitemi: credo che quel personaggio esista, e che continui quotidianamente la sua battaglia contro il suo e nostro Creatore. Credo anche che ci siano certi campi di battaglia dove la lotta infuria il modo maggiore che altrove. Sono quelli più cruciali, più sensibili, quelli dove ogni singola vittoria o sconfitta amplifica i suoi effetti su tutta la guerra. Ritengo che il principale di questi sia attorno alla Rocca di Cristo, la Chiesa.
Certo, conquistare il Quartier Generale delle forze avversarie sarebbe, per l’Inferno, un bel colpo. Per questo non credo che lesini energie nel cercare di fare cadere quella fortezza. La stringe d’assedio; cerca di abbatterne le mura; infiltra le sue spie e i suoi traditori, la bombarda con ogni mezzo. Non ce ne dobbiamo stupire.
Così non ci dobbiamo stupire troppo delle debolezze e delle cadute umane in quel combattimento di cui di tanto in tanto veniamo a conoscenza. Tutte, anche le più in apparenza banali, odorano dell’inequivocabile tanfo del demonio. Ogni volta che si straccia la verità per seguire le proprie idee, o le proprie inclinazioni, o i propri peccati, è una torre che cade, un baluardo che viene sopraffatto, e le sentinelle fuggono perché vedono i loro capitani che non credono più ai loro stessi incitamenti.
Tutte le volte che viene alla superficie uno di questi fatti, mettendo talvolta alla luce una sicumera, un disprezzo per il vero così evidente da far dubitare della intelligenza delle persone coinvolte, io mi domando: perché?
Possono esserci diverse spiegazioni.
La più immediata è che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Il male è causa della sua stessa rovina, perché si basa su una bugia che non si può sostenere.
Una seconda potrebbe essere che sia il Signore stesso a portare alla luce certi verminai, come quando si alzano i sassi e sotto si trovano gli insetti del buio. La luce li dissolve, rivelando le loro trame. La pentola bolle, consuma il brodo, il resto ha più sapore.
Una terza e più inquietante ipotesi è che nella rivelazione stessa del male stia il male più grande. Il dubbio è che certi scandali siano creati apposta per essere rivelati. Le truppe cui siano mostrate le vergogne dei propri generali non combatteranno volentieri al loro comando, sia pure per una causa giusta. Se il papato è squalificato da coloro che dovrebbero difenderlo cosa ne potrò pensare? L’acqua tracima dalla pentola e spegne il fuoco. La più insidiosa trappola del demonio.
Capite che anche a noi, poveri peccatori, rimane il dubbio. Quel chierico infedele che sembra far parte di una cricca volta a distruggere la Chiesa da dentro, lo posso, lo debbo attaccare? Non farà più male a riportare certe notizie che non quello che le stesse notizie comportano? Quando Noè si ubriacò, non furono i figli che lo coprirono ad essere disprezzati, ma quello che lo derise per le sue mancanze. D’altra parte nella Bibbia stessa quanti profeti inviati dal Signore indicarono la corruzione di popolo, regnanti e sacerdoti, magari venendo ammazzati per le loro scomode parole?
Dobbiamo fare attenzione a ciò che diciamo.
Che lo zelo per quanto sappiamo vero non ci porti a distruggere ciò che non possiamo ricostruire.
Oppure fare l’errore più grave di tutti: pensare che il demonio e le sue pentole non esistano.