In questi giorni (il 13 maggio), 103 anni fa, iniziava l’evento che si può definire senza grossi dubbi il più significativo del XX secolo: nel giro di pochi mesi, 3 bambini, a Fatima, ricevettero e portarono al mondo un messaggio, breve ma densissimo, che rivelava sia quale sarebbero stati i problemi decisivi della storia umana del nostro tempo, sia il modo in cui l’umanità potesse vincerli.
Difficile, anche per i più scettici, non cogliere in questa potente profezia il tocco dell’essere umano più influente della storia, Maria, che i 3 piccoli dissero di aver visto e ascoltato pronunciare queste parole. Tanto più per il fatto che i cosiddetti “tre segreti” ivi contenuti sembrano mettere, in anticipo, il dito proprio sulle piaghe più sanguinose che da un secolo a questa parte arrivano fino a noi.
Il primo segreto che la Madonna rivela ai 3 fanciulli riguarda il tema tabù per eccellenza per l’umanità (ma anche per la teologia contemporanea): l’Inferno. Ebbene, se scrostiamo la questione da ogni argomento superficiale e andiamo al cuore vero della faccenda, il tema decisivo posto da Maria è quello del soffocamento della libertà che oggi viviamo. “Inferno” infatti significa che l’uomo può perdersi definitivamente, per sua scelta: che cosa c’è di più distante di questo dal sottile pensiero che si respira ai giorni nostri su tutte le tv e i giornali? In ogni ambito o quasi, il mantra ricorrente è sempre più quello dell’indiscutibile bontà “a priori” di ogni voglia, con l’unico limite della non-violenza sui corpi altrui (limite che è molto ballerino, tra l’altro, se pensiamo, per fare qualche esempio, ai casi dell’aborto o dell’eutanasia infantile e non). Lasciamo da parte tutti i moralismi e chiediamoci: se ogni scelta è (ugualmente) bene, che fine fa la libertà? Per l’appunto è soffocata, diventa il respiro cortissimo di chi sceglie in continuazione senza un perché, solo per poter avere un’altra voglia e scegliere ancora. Insomma, la prima profezia di Maria a Fatima – che sta diventando realissima davanti ai nostri occhi – è che “senza Inferno la vita diventa un inferno” (come ci insegna Sisifo). Oppure, vedendo le cose dal lato giusto, è il richiamo a vivere la libertà secondo tutta la sua ampiezza e profondità, fino alla possibilità di credere in Cristo come al destino che si è fatto carne per liberarmi da ogni disperazione.
La seconda rivelazione della Madonna riguarda l’“errore” per eccellenza che l’umanità ha compiuto nella storia recente: il comunismo. Il vero problema sociale del tempo, nella profezia di Maria, insomma, non è la guerra (persino quella mondiale) o la povertà e nemmeno le numerose ideologie anti-cristiane (compreso il nazismo), ma, per l’appunto, gli “errori della Russia”. Infatti, nel messaggio riportato dalla piccola Lucia, si dice che proprio la guerra, la fame, la persecuzione alla Chiesa potranno essere evitate se verrà consacrata la Russia al Suo Cuore Immacolato: ovvero, le altre disgrazie, per quanto gravi, sono un “sotto-problema” del vero grande dramma, l’errore russo, cioè il comunismo. Perché? Per quale ragione l’ideologia marxista, diventata realtà in Russia nella forma leninista, è un male così grande? In sintesi, perché il comunismo è stato il primo grande tentativo mondiale (riuscito) di “sostituzione” del cristianesimo (e non più solo di “avversione” al medesimo): esso infatti non vuole semplicemente “annientare” la fede, ma vuole “essere” la fede che dà speranza ai popoli e agli uomini. Infatti, il padre del comunismo sovietico è quel “cristianesimo senza Cristo” di Tolstoj, che volle una fede che fosse esclusivamente “il puro messaggio di amore per il prossimo”, senza miracoli, senza verità e, appunto, senza Cristo. Non si tratta quindi di una questione “politica” (Fatima non è “di destra” o “di sinistra”), ma di una tentazione profonda dell’umano, che sta diventando sempre più reale davanti a noi e che è peggiore della stessa “avversione a Dio”: quella di “essere Dio”, avverando con ciò fino in fondo il peccato dell’origine descritto in Genesi. Che questo sia “il” problema sociale del nostro tempo, si capisce anche dal fatto che ancora oggi il comunismo è innominabile come male: esso infatti è “il bene non detto” che rimane come retro-pensiero positivo e che, sopravvive, nonostante la sconfitta storica, negli animi umani, “incarnandosi” in forme di pensiero e di aggregazione sempre nuove.
Infine, la terza rivelazione riguarda il destino della Chiesa che è il martirio. O, detto in altre parole, il segreto di Fatima mette qui in evidenza il tema decisivo della verità, mai così in crisi come in questo tempo. Su questo punto convergono infine la profezia di Maria e quella, dal lato opposto, del filosofo che probabilmente più ha influenzato il nostro tempo, Nietzsche: la “verità” è diventata agli occhi del mondo la vera menzogna raccontata all’uomo e quindi è odiata in sé. Senza verità, ognuno diventa creatore della sua verità e quindi, ultimamente, solo. Il tempo della non-verità è dunque il tempo in cui inventiamo modi diversi di essere soli con le nostre idee: il dialogo estenuante, l’interpretazione infinita, il negoziato su tutto. Ma esiste un “atomo di verità” (come diceva Papini) per cui vale la pena mettersi insieme agli altri, vivere, amare e anche morire? Se la verità esiste (e i cristiani sanno che è un uomo, Cristo), nel mondo in cui tutto è dialogo e interpretazione, alla fine bisognerà andare oltre il dialogo e l’interpretazione per annunciarla: occorrerà dare quella “verità carnale” che è la vita. Come fece Gesù.
[Pubblicato su La Croce del 15/5/2020]