un puntolino bianco nell\u2019immensa piazza vuota<\/a><\/strong><\/span>. Anche l\u2019interno della basilica, pur con i suoi marmi e i suoi ori, appariva gigantesca e desolata; come se, privata delle folle che sempre la popolano, non fosse che un guscio s\u00ec prezioso, ma rinsecchito e freddo.<\/span><\/p>\nNiente si muoveva, solo i gabbiani predatori, ombre pallide,<\/strong> il baluginio delle ambulanze in lontananza, la pioggia che strisciava gi\u00f9 per le braccia dell\u2019antico crocefisso. I telecronisti cercavano di riempire il vuoto con delle chiacchiere. Eppure proprio quel silenzio, quella solitudine, era il richiamo pi\u00f9 potente.<\/span><\/p>\nPerch\u00e9 era il silenzio dell\u2019Orto degli Ulivi; il silenzio del Golgotha.<\/strong> Quando sembra che Dio non ci ascolti pi\u00f9, anzi, che sia assente. Che le nostre parole cadano nel vuoto, in un vuoto cattivo che ti guarda con l\u2019occhio del predatore che scruta l\u2019animale isolato dal branco. Quando sembra che il cielo ci abbia lasciato da soli.<\/span><\/p>\nPerch\u00e9, amici, vi siete addormentati quando vi avevo chiesto di stare svegli assieme\u00a0 a me? Perch\u00e9 mi avete tradito, siete fuggiti quando avevo pi\u00f9 bisogno di voi? Dio mio, Dio mio, perch\u00e9 mi hai abbandonato?<\/span><\/p>\nLa giustizia fuggita dal mondo, l\u2019innocente che muore. Tutto sembra perduto.<\/strong> Dovremmo sapere, per\u00f2, come va avanti la storia.<\/strong> Dovremmo sapere cosa c\u2019\u00e8 dopo. Eppure, tante volte non ci basta. Tanto sembra impossibile. Oh, tranquilli, non v\u2019ingannate: \u00e8 impossibile. Per\u00f2 accadr\u00e0 lo stesso, perch\u00e9 la realt\u00e0 non \u00e8 quello che ci immaginiamo debba essere.<\/span><\/p>\nDipende tutto dal nostro non capire come stanno davvero le cose. La nostra visione \u00e8 limitata; non potrebbe essere altrimenti, siamo solo uomini. Finiti, stupidi, ciechi e lenti a capire. Sempre l\u00ec a chiedere il miracolo, e incapaci di vederlo mentre accade.<\/strong> A lamentarci di un silenzio e di una solitudine che non ci sono.<\/span><\/p>\nIl rapporto con Cristo, con il Mistero, non \u00e8 una solitudine.<\/strong> E\u2019 una compagnia in cui talvolta ci sembra di stare da soli, ma non \u00e8 mai cos\u00ec.<\/span><\/p>\nSiamo uomini, siamo carne e spirito. Abbiamo bisogno della carne, abbiamo bisogno di poter vedere, toccare, gustare ci\u00f2 che desideriamo. Abbiamo bisogno dello spirito, perch\u00e9 la materia da sola non pu\u00f2 soddisfare ci\u00f2 che la nostra mente brama.<\/span><\/p>\nE\u2019 il motivo per cui Dio stesso si \u00e8 fatto uomo; per farsi vedere, toccare, gustare.<\/strong> E\u2019 il motivo per cui un idolo, di legno, gesso o carne, non pu\u00f2 essere sufficiente: occorre qualcuno che ci parli con parole che spiegano la vita.<\/span><\/p>\nQuel Dio incarnato continua ad essere in mezzo a noi tramite una storia ininterrotta, da venti secoli. Una compagnia fisica, e spirituale; con tutti i suoi difetti e i suoi tradimenti, ma nondimeno c\u2019\u00e8. E\u2019 un contatto con ci\u00f2 che non si vede e non si tocca; un evento ineliminabile.<\/span><\/p>\nPossiamo odiarlo. Possiamo anche non volerlo, possiamo anche rifiutarne l\u2019essenza, ma la realt\u00e0 \u00e8 questa: non possiamo negare che ci sia<\/strong>, perch\u00e9 non \u00e8 una nostra idea, non \u00e8 una nostra illusione, non \u00e8 un pensiero confinato nella nostra testa.<\/span><\/p>\nRimaniamo soli soltanto se guardiamo dall\u2019altro lato. Ma sappiamo che voltandoci indietro continueremmo a vederlo. Sta a noi farsi toccare: il cambiamento arriva solo se si appartiene a quella storia. Se si decide di lasciarla entrare attraverso la nostra corazza di solitudine, cio\u00e8 deciderne di farne parte.<\/span><\/p>\nCerto, ci addormenteremo, tradiremo, fuggiremo. Sono tutte cose che gi\u00e0 si sanno, gi\u00e0 sono in conto.<\/strong> E\u2019 per questo che abbiamo bisogno di un punto solido, di un ancoraggio. Per questo abbiamo bisogno gli uni degli altri. Poich\u00e9 la mente sfugge, e quindi ci si richiama a vicenda. Si testimonia a chi ci sta accanto cosa sia la realt\u00e0. Si fa memoria di quello che \u00e8 accaduto, perch\u00e9 non sia dimenticato. Questa \u00e8 la compagnia di quelli che camminano verso il destino.<\/span><\/p>\nL\u2019altra sera, durante il rosario online per un amico sacerdote defunto, contemplavo le centinaia di caselline colorate sullo schermo del computer, ognuna con all\u2019interno uno o pi\u00f9 volti. Alcuni sconosciuti, altri conosciuti; persone con cui ho parlato da poco, altre che non vedevo da anni. Ognuno con la sua storia, ma ognuno dentro la stessa storia, insieme.<\/span><\/p>\nQuelle facce in tutte quelle finestrelle erano una compagnia che c\u2019era.<\/span><\/p>\nPiazza San Pietro c\u2019era, non era un\u2019illusione. Una presenza immensa e silenziosa.<\/strong> Se ci concentriamo sull\u2019assenza dimentichiamo tutto quanto sta attorno, rendiamo invisibile ognuna di quelle pietre, la sua storia, ognuna di quelle persone, la sua storia. Una testimonianza, una storia che non si cancella. <\/span><\/p>\nQuello che udiamo, se tendiamo l\u2019orecchio, non \u00e8 silenzio; ci viene rivolta continuamente la parola, che possiamo scegliere di non udire; ma essa c\u2019\u00e8, ci parla attraverso quei volti, quelle storie. Quel luogo ampio come il mondo, come chi ne fa parte.<\/span><\/p>\nIl posto dove si trovano le cose che ci fanno vivere, cio\u00e8 vere.<\/span><\/p>\nNon ne ho un altro; non ne ho mai trovato un altro che spiegasse la vita cos\u00ec<\/strong>.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Molti di noi avranno visto, qualche sera fa, il Papa a San Pietro, un puntolino bianco nell\u2019immensa piazza vuota. 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